Fogli di carta pesta con sfumature diverse ottenute grazie all'utilizzo di terre di diverso colore sono applicate sulla tela . Sopra presentano dei bassorilievi molto tenui ottenute imprimendo foglie di alberi così da lasciare l'impronta. L' impronta come scrittura , una foglia porta in se il quotidiano della sua esistenza cos'ì come il nostro corpo porta con se lo scorrere dei giorni.Queste lettere invece di scrittura portano impronte di dolore, di abbandono che cerchiamo di dimenticare. Il quadro al centro presenta uno scuarcio da cui fuoriescono stratificati altri fogli che si sovrappongono intercalati da fogli di mermetti, come momenti dolorosi intercalati da attimi di gioia . Lo scuacio come in quasi tutte le opere di Betti Failla indica ricerca nel profondo attraverso il dolore e la lacerazione . I fogli sono tenuti insieme da filo annodato davanti , prodotto con carta di giornale , perchè la nostra esistenza è sostenuta imprigliata conservata nella scrittura, nelle parole che si susseguono come fili.
L'opera è del 2013 ed è stata esposta in una mostra personale nel giugno 2013 alla galleria internazionale Grafica Campioli di Monterotondo dal titolo "Scrittura, l'ombra della luce sul foglio bianco " ed nel luglio 2013 alla galleria Accorsi Arte a Venezia in una collettiva dal titolo Giardini d’Opera